15-01-2013, 10:23 AM
Ormai il web offre continuamente proposte videoludiche, di cui molte davvero allettanti. Magari siamo annoiati, non abbiamo un gioco sottomano che ci sta appassionando e la nostra attenzione viene catturata da uno dei tanti banner che pubblicizzano i famosi: Free to Play. Si tratta di games gratuiti e multiplayer che possono soddisfare ogni genere di richiesta, dal fantasy (Shaiya, Eden Eternal, Grand Fantasia…) agli “action” (WolfTeam ecc..), passando per i mech shooter (Hawken) fino agli strategici. Per tutti i gusti insomma!
Solitamente dopo un’oretta, a seguito di una breve iscrizione e dopo aver scaricato il programmino, è possibile iniziare a giocare ed entrare a far parte della community di turno. Il tutto, come ho già detto, gratis. L’esperienza, però, ci ha insegnato che a questo mondo, dietro proposte così interessanti potrebbero celarsi degli inconvenienti.
E allora, una domanda sorge spontanea, c’è la fregatura?
Gli sviluppatori di questi titoli devono pur guadagnare, così oltre a sponsor e pubblicità, un modo per avere un ritorno economico sono gli items o i potenziamenti a pagamento. Di solito si acquistano con soldi veri dei crediti, che poi possono essere spesi tranquillamente nel gioco. E’ possibile così comprare power up, mech, armature e armi (a seconda della tipologia di videogame in cui ci stiamo cimentando) che sono preclusi ai giocatori non paganti.
Qual è il problema, allora?
Cosa c’è di sbagliato, se gli sviluppatori di un gioco guadagnano qualcosina su un prodotto per cui hanno impiegato tempo e fatica?
Il guaio è che molti Free to Play calcano la mano rendendo lo stesso game, letteralmente ingiocabile per chi non vuole spendere denaro. Fino a quando vengono venduti oggetti che non danneggiano chi gioca gratuitamente o non implicano grandi stravolgimenti, come armi esteticamente più belle di quelle standard, ma non eccessivamente potenti, pozioni che cambiano l’aspetto fisico dei personaggi o ”pacchetti” che forniscono piccoli vantaggi al giocatore pagante, non si presentano inconvenienti. I guai iniziano quando i power up a pagamento sono eccessivamente sbilanciati rispetto a quelli standard. Ed ecco che l’interessante Free to play si trasforma in un terribile Pay to Win, (paga per vincere, appunto) in cui, chi spende e spande può acquistare potenziamenti davvero significativi, grazie ai quali un noob (senza offesa) poco esperto, ma dotato di superequipaggiamento comprato, può battere facilmente un player bravissimo, che però si limita a giocare gratuitamente.
Non sono contaria al fatto che gli sviluppatori di un titolo, in gran parte gratuito, guadagnino grazie al lavoro svolto, ma non tollero l’inganno. Se si tratta di un gioco free, il giocatore medio deve avere e mantenere nel corso del tempo la possibilità di giocare e di godere di una bella esperienza videoludica gratis, il pagamento dovrebbe riguardare oggetti che non intaccano la giocabilità gratuita. Altrimenti basterebbe semplicemente pubblicare un titolo a pagamento, come fanno normalmente le case di produzione classiche (Bioware, Ubisoft e affini) ed essere onesti con noi giocatori!
-Articolo di Claudia Altini.
E voi che ne pensate? Metin è un gioco di questi e purtroppo non si tratta di abilità; ma vince solo chi paga di più
Solitamente dopo un’oretta, a seguito di una breve iscrizione e dopo aver scaricato il programmino, è possibile iniziare a giocare ed entrare a far parte della community di turno. Il tutto, come ho già detto, gratis. L’esperienza, però, ci ha insegnato che a questo mondo, dietro proposte così interessanti potrebbero celarsi degli inconvenienti.
E allora, una domanda sorge spontanea, c’è la fregatura?
Gli sviluppatori di questi titoli devono pur guadagnare, così oltre a sponsor e pubblicità, un modo per avere un ritorno economico sono gli items o i potenziamenti a pagamento. Di solito si acquistano con soldi veri dei crediti, che poi possono essere spesi tranquillamente nel gioco. E’ possibile così comprare power up, mech, armature e armi (a seconda della tipologia di videogame in cui ci stiamo cimentando) che sono preclusi ai giocatori non paganti.
Qual è il problema, allora?
Cosa c’è di sbagliato, se gli sviluppatori di un gioco guadagnano qualcosina su un prodotto per cui hanno impiegato tempo e fatica?
Il guaio è che molti Free to Play calcano la mano rendendo lo stesso game, letteralmente ingiocabile per chi non vuole spendere denaro. Fino a quando vengono venduti oggetti che non danneggiano chi gioca gratuitamente o non implicano grandi stravolgimenti, come armi esteticamente più belle di quelle standard, ma non eccessivamente potenti, pozioni che cambiano l’aspetto fisico dei personaggi o ”pacchetti” che forniscono piccoli vantaggi al giocatore pagante, non si presentano inconvenienti. I guai iniziano quando i power up a pagamento sono eccessivamente sbilanciati rispetto a quelli standard. Ed ecco che l’interessante Free to play si trasforma in un terribile Pay to Win, (paga per vincere, appunto) in cui, chi spende e spande può acquistare potenziamenti davvero significativi, grazie ai quali un noob (senza offesa) poco esperto, ma dotato di superequipaggiamento comprato, può battere facilmente un player bravissimo, che però si limita a giocare gratuitamente.
Non sono contaria al fatto che gli sviluppatori di un titolo, in gran parte gratuito, guadagnino grazie al lavoro svolto, ma non tollero l’inganno. Se si tratta di un gioco free, il giocatore medio deve avere e mantenere nel corso del tempo la possibilità di giocare e di godere di una bella esperienza videoludica gratis, il pagamento dovrebbe riguardare oggetti che non intaccano la giocabilità gratuita. Altrimenti basterebbe semplicemente pubblicare un titolo a pagamento, come fanno normalmente le case di produzione classiche (Bioware, Ubisoft e affini) ed essere onesti con noi giocatori!
-Articolo di Claudia Altini.
E voi che ne pensate? Metin è un gioco di questi e purtroppo non si tratta di abilità; ma vince solo chi paga di più